FALLOUT 76, LA SFIDA (PERSA) DI BETHESDA
26/11/2018
TITOLO: FALLOUT 76
SOFTWARE HOUSE: BETHESDA SOFTWORKS
RILASCIO: 14/11/2018
PIATTAFORMA: PC, PS4, XONE

Tra i giochi tripla A, Fallout 76 era tra i più attesi. I precedenti capitoli, Fallout 3 e 4, avevano regalato bei momenti ai videogiocatori, sfornando un titolo che aveva saputo rinnovarsi e innovarsi. Certo, entrambi non erano esenti da bug e pecche varie, ma svolgevano comunque il loro ruolo permettendo anche di gestire una parte di editor divertente.
Lecito quindi attendersi un qualcosa di più quando venne annunciato Fallout 76 (da non confondere con Fallout 5). E invece...
Il primo cambiamento vero e proprio è la parte multiplayer: in questi anni vi è stata una corsa da parte di molte software house a questa componente di gioco massivo per colpa anche degli acquisti virtuali a fronte di monete reali. Fallout nasce prima di tutto come gioco single player, raccontando ciò che avviene (potrebbe avvenire?) in un mondo post apocalittico, con le nazioni che hanno sganciato il loro arsenale nucleare. Il protagonista esce all'aria aperta dopo molto tempo trascorso all'interno di un Vault, una specie di rifugio antiatomico in grado di ospitare piccole comunità che avranno il compito di ricostruire la nazione. Nei precedenti capitoli spettava dunque al videogiocatore mettere insieme i pezzi e, mediante lo svolgimento di diverse missioni e varie scelte morali, ridare un futuro e una speranza all'umanità. Il tutto destreggiandosi tra creature mutate dalle radiazioni, robot impazziti, supermutanti e altro ancora. Non erano tante le missioni a fare bello il gioco, bensì l'esplorazione, la ricerca dei frammenti di insediamento umano, il toccare con mano ciò che era avvenuto. Il tutto richiedeva del tempo, anche per ammirare dei paesaggi a volte evocativi.
Cosa è rimasto di tutto ciò in Fallout 76? Purtroppo ben poco. Se da un lato la storia è per certi versi simile con il/la protagonista che esce dal Vault 76, dall'altro la realizzazione tecnica lascia molto a desiderare. Sono molti i “contro” che hanno fatto propendere per una bocciatura da parte della community che non si aspettava un capolavoro ma neanche un prodotto con così tanti bug a fronte dei 70 euro spesi al day one (e scesi a velocità impressionante a forza di sconti).
A partire dalla grafica, il titolo Bethesda non offre alcun miglioramento rispetto al passato: lo stile rimane lo stesso del precedente capitolo e in alcuni punti parrebbe esservi addirittura una piccola involuzione con inspiegabili cali del frame rate. Parlando di meccaniche di gioco, avendo optato per il multi, appare scontato che si sia dovuto ricalibrare qualcosa a partire dallo Spav (Sistema di puntamento assistito Valut-tec). Ciò permetteva di “freezare” momentaneamente l'azione durante gli scontri più concitati, mirare ai vari arti del nemico con le percentuali che davano la probabilità di riuscita del colpo gustandosi il risultato, a volte truculento, in slow motion. Ora, per motivi legati alle nuove dinamiche di gioco, ciò non è più possibile o meglio diventa incredibilmente complicato data la freneticità dell'azione.
Anche il sistema di potenziamento del proprio personaggio ha subito un cambiamento: ora vi saranno delle carte speciali con gli attributi di queste che sono dettate dal caso e dalla fortuna. Così non è sempre detto che si vada a pescare la carta giusta per il proprio livello o per la “specialità” per cui si è deciso di optare.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico sarebbe meglio stendere un velo pietoso. I bug sono numerosi ed è chiaro che è stata la fretta a farla da padrona visto che un beta testing accurato avrebbe evitato la furia di molti giocatori che avrebbero addirittura chiesto un rimborso, inizialmente acconsentito dalla Bethesda, salvo poi fare marcia indietro. L'esperienza di gioco infatti potrebbe essere falsata di molto tra mostri che compaiono dal nulla, vestiti che scompaiono, lag e tutti quei piccoli grandi fastidi che affliggono i videogiocatori.
Il gioco inizia a dimostrare le sue potenzialità appena si entra in party con qualche amico, anche se la frustrazione e a volte la noia o la confusione permangono. Sì perché la storia, che dovrebbe essere appassionante, a volte risulta essere monotona, slegata dalla main quest principale e in ogni caso affidata a noiosi robot. Nei precedenti capitoli, almeno, c'era la sensazione di avere a che fare con una comunità, anche se fatta di npc, che riempivano in qualche modo il gioco.
Occasione quindi sprecata? Diciamo che il team di sviluppo avrà molto su cui lavorare e riflettere nei prossimi mesi per correggere tutti i vari difetti (al momento in cui scriviamo è già stata rilasciata una patch abbastanza pesante) ma l'insufficienza permane comunque, almeno fino a che l'ecatombe nucleare di errori non sarà corretta.
VOTO: 5,5


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